Descrizione
Quando Melville morì, nel 1891, la rivista letteraria The Critic non sapeva nemmeno chi fosse. La scoperta di quello che Mumford definisce « il più grande scrittore creativo che l’America abbia prodotto, la cui epopea, Moby Dick, è uno dei più alti monumenti poetici della lingua inglese » è opera del XX secolo.
Melville è dunque vivo, e ancor oggi la sua opera ci tocca in profondità non perché abbia descritto gli arcobaleni dei mari del Sud, o corretto gli abusi d’autorità della Marina degli Stati Uniti, ma vive invece perché affrontò certi grandi dilemmi della vita spirituale dell’uomo, e cercando di dare una risposta, ne sondò il fondo. Abbandonò il mondo addobbato e ovattato della convenzione, e affrontò la nudità della vita, dalla morte, dell’energia, del male, dell’amore, dell’eternità: scostò i confortevoli drappeggi dei salotti vittoriani rivelando l’oscura notte, pallidamente rischiarata dalle luci di antiche stelle. Voltò le spalle a una carriera felice e fortunata per tuffarsi nelle fredde, nere profondità dello spirito, le profondità dell’oceano senza sole; e pur avendo dimostrato che non si poteva vivere in quelle condizioni, riportò nei meschini trionfi dell’epoca quell’unico elemento di cui essa mancava completamente: il senso tragico della vita; il senso che il più alto dei voli umani si libra sopra un abisso inconquistato e forse inconquistabile.
Formato: A 5
Pag 402
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